Nonostante alcuni dati incoraggianti, la crisi del settore auto sembra non avere fine e il crollo della produzione e degli acquisti essere ancora più pressante
La già difficile situazione del mercato è affondata ancora di più con la crisi in Ucraina, portando a una situazione che mette a rischio l’esistenza del settore.
I problemi sono tantissimi, dalla carenza dei microprocessori, vulnerabilità creata con l’insensata digitalizzazione delle auto, alle forzature dell’elettrico che vede oggi costi eccessivi e una impossibilità nella produzione.
Si aggiunge la crisi dell’Ucraina che sta portando il costo delle materie prime a cifra mai viste, oltre al costo della benzina che scoraggia sempre più ad acquistare auto insostenibili.
La situazione è davvero complicata e, al crollo vero e proprio della domanda di auto, si va ad aggiungere i costo dell’energia che rende la produzione ancora più costosa, riducendo i profitti delle aziende.
Stiamo parlando di una crisi senza precedenti che vede le immatricolazioni ai limiti storici con un pericoloso dislivello tra i risultati azionari di aziende come Stellantis e la realtà dei fatti che vende vendite minime e un mercato che sembra attualmente privo di prospettive.
Sembra davvero che l’unica speranza sia un salto tecnologico reale, che accantoni l’elettrico, abbaglio di questo decennio e punti a prodotti davvero sostenibili in grado di sfruttare fonti pulite e rinnovabili.
A creare questa crisi senza precedenti concorrono le politiche che non hanno fatto i conti con il mondo reale, lasciando le aziende in una situazione che si fa sempre più insostenibile.
Dalla pandemia in poi, il settore auto sembra vivere il periodo più buio della sua storia, staremo a vedere come andrà a finire.