Secondo gli esperti, per favorire lo sviluppo del mercato delle auto elettriche, e supportare la filiera italiana, il Governo dovrebbe risolvere un ostacolo fondamentale: la burocrazia.
Sarebbe proprio la burocrazia ad aver rallentato l’arrivo di questa tecnologia nel nostro paese e ad aver danneggiato così lo sviluppo di uno dei settori che caratterizzerà sempre di più il mondo auto, e che potrebbe risollevarlo dalla crisi attuale.
“Una delle auto più rubate in Italia nel 2019 è la Fiat Uno, che non viene più prodotta da 20 anni: questo ci fa capire l’età media del parco veicoli. Se vogliamo fare un salto in avanti su questo fronte dobbiamo seguire l’esempio dei Paesi che ci hanno investito massicciamente”, commenta Calearo, mostrando lo stato di salute e di evoluzione tecnologica attuale nel settore auto italiano.
“Ci può sicuramente essere un incentivo dello Stato all’acquisto di queste vetture, ma serve soprattutto una diminuzione della burocrazia e una facilitazione per gli interventi di quelle aziende private che possono creare l’infrastruttura di ricarica su tutto il territorio nazionale. Serve una norma che incentivi alla creazione di questa rete”, continua l’imprenditore.
Sarebbe quindi la burocrazia l’ostacolo più grande per la diffusione delle auto elettriche nel nostro paese.
Stiamo parlando di mezzi molto costosi, riservati a un clientela business che potrebbero però crescere proprio grazie agli incentivi.
Senza una infrastruttura adeguata, che renda più semplice installare colonnine per la ricarica dei mezzi elettrici e, in generale, l’acquisto di questi prodotti, difficilmente si otterranno però i risultati sperati.
Se pensiamo che è proprio il motore elettrico la scommessa su cui tutto il mondo sta puntando, allora la situazione in Italia potrebbe essere problematica.
La speranza è che, nei prossimi mesi, arrivino soluzioni adeguate a incentivare davvero la diffusione di questa nuova tecnologia.
Il rischio infatti è di arrivare tardi e restare indietro di una generazione tecnologica.