Le batterie elettriche sono il territorio dove si gioca il futuro prossimo del mondo auto.
La corsa alla batteria più efficace e alla produzione di massa interessa il mondo intero, con la consapevolezza che la nazione che riuscirà a produrre le migliori batterie e magari le più ecologiche otterrà risultati economici impressionanti.
In questo ambito entro in gioco il riciclo delle batterie, un elemento fondamentale per il futuro del settore; dal momento che i materiali che le costituiscono sono molto preziosi e rari.
Tra i progetti troviamo quello di VolksWagen, che punta a recuperare in scala industriale le materie prime utilizzate.
Materie rare come il litio, nichel, manganese e cobalto, ma anche più comuni come alluminio, rame e plastica.
L’obiettivo è di recuperare il 90% dei materiali nel lungo periodo; anche perché, senza recuperare i materiali, presto o tardi la produzione potrebbe saltare, soprattutto per quanto riguarda le materie prime rare, sempre meno diffuse e che stanno causando grossi rallentamenti di produzione nel mondo tech.
Il progetto dell’azienda prevede la produzione di 3.600 batterie l’anno; queste dovranno essere riciclate alla fine del loro ciclo vitale; in modo da rendere più economica la produzione e di alleggerire l’impatto ambientale comunque pesante; dal momento che per creare queste batterie, servirà estrarre materie prime con rispettivo impatto.
La sensazione è che si stia semplicemente spostando il punto in cui il danno ambientare avverrà, anche per il concetto stesso alla base del motore elettrico.
Quello che è certo è che i materiali che costituiscono le batterie sono molto costosi e soprattutto rari.
In poche parole, il mondo elettrico si basa di materie prime rare, che non tutti potrebbero riuscire ad ottenere e che rischiano di far saltare la produzione, oltre a mettere a rischio le stesse aziende che si affidano a un prodotto che non possono produrre senza il supporto delle poche nazioni che possiedono queste materie prime.
Riciclarle diventa quindi fondamentale, anche per garantire una continuità produttiva.
Rimane il dubbio di quel 90%; certo il litio non finirà dall’oggi al domani, ma il progetto di base prevede un elemento di perdita del 10% che, a lungo andare potrebbe creare problemi e carenze di materiali.
Magari, a quel punto, il motore elettrico sarà però già acqua passata.