Akio Toyoda, presidente della JAMA, l’associazione dei costruttori giapponesi, è da sempre scettico verso l’imposizione delle auto elettriche, salto generazionale del mondo auto che ha lasciato molte perplessità.
Si parte dai problemi di approvvigionamento energetico, all’inquinamento della produzione, passando per lo smaltimento delle batterie, per non parlare dello sfruttamento del terzo mondo nell’estrazione delle materie prime, spesso estratte in miniere dove lavorano anche bambini e senza alcuna regola di sicurezza.
La gioiosa svolta green, ha però un altro grosso problema: i posti di lavoro.
Secondo Akio, la svolta elettrica potrebbe portare al licenziamento di milioni di persone nel mondo, anche in giappone. Per proteggere i posti di lavoro e la vita dei giapponesi, i veicoli a combustione dovrebbero essere comunque prodotti, senza tagliare personale e ridurre l’export di auto forzatamente elettriche, a prescindere dall’impatto che il motore elettrico avrà e dalla sua effettiva sostenibilità.
Secondo Akio, Toyota, sta già riducendo la produzione del carbonio. Ogni paese dovrebbe quindi avere le sue regole uniche, sulla base della sua situazione. Chiedere a un’azienda già virtuosa sotto questo punto di vista, di abbattere la sua produzione risulterebbe una follia e un suicidio per lo stesso paese che si troverebbe con milioni di disoccupati. Una questione non da poco che potrebbe infiammare anche l’Europa quando gli effetti della svolta elettrica inizieranno a vedersi negli stabilimenti.
Il cambiamento in corso nel settore auto, potrebbe avere di conseguenza gravi effetti sulla società. Il rischio più grande è di vedere una riduzione del personale importante, dal momento che le auto elettriche si producono in modo diverso e non necessitano molte persone.
Da non dimenticare poi, la fine di tutto il settore dei ricambi e delle riparazioni, che si troverebbe colpito da prodotti che non necessitano un meccanico ma un elettrotecnico.
Una svolta che arriva come un’imposizione del mercato, ma contro alla quale stanno nascendo sempre più voci contrarie.
Nel frattempo il prezzo dell’elettricità cresce, mentre parallelamente scarseggiano le risorse per produrla.
La svolta green potrebbe rivelarsi nel tempo una delle cantonate più storiche del mercato, soprattutto se dovessero emergere danni ambientali ancora più elevati, oltre al danno sociale che sembra a questo punto inevitabile.