La produzione delle prime 150 Aston Martin Valkyrie è completa.
Si tratta di una produzione di altissimo livello per una serie di auto di lusso dal design incredibile.
La Valkyrie viene costruita quasi completamente in modo manuale, senza l’intervento di macchine e robot. Ogni esemplare richiede quasi 200 ore di produzione, un elemento che valorizza la manodopera umana e il lavoro dei montatori della compagnia.
La produzione avviene a Gaydon, nel Regno Unito. Prima della consegna, l’incredibile auto viene testata con attenzione su una pista del paese.
Ci troviamo di fronte a un mezzo strepitoso che punta tutto sulla tecnica e sull’estetica.
La Aston Martin Valkyrie, è una vera e propria hypercar con un design eccezionale che unisce l’aerodinamica con lo stile. Il motore ibrido è un V12 aspirato di 6.5 litri in grado di erogare 1.000 CV a 10.500 giri.
Il cambio in 7 rapporti è agile e rapido, capace di dare prestazioni eccellenti.
A sorprendere è la carrozzeria, di grande impatto e in grado di unire un design futuristico con l’eleganza delle auto storiche, vera mancanza della produzione più recente.
Anche gli interni sono futuristici e aggressivi, capaci di proiettarci verso il futuro dell’automobile.
Il prezzo è da capogiro. Un esemplare costa infatti 3 milioni di euro. Questa auto per paperoni, con produzione limitata è però una delle creazioni tecnologiche più impressionanti che ci è capaticato di recensire su queste pagine.
Da apprezzare la scelta del lavoro a mano, all’interno di un sistema che punta sempre di più al taglio di personale e all’utilizzo di robot e sistemi automatici per la produzione.
Il mercato delle auto ultralusso, sembra destinato a diventare un business parallelo a quello delle auto di consumo.
Con il calo delle vendite e i problemi di produzione, potrebbe essere proprio questo uno dei settori trainanti del futuro dell’automotive.
Le aziende capaci di cogliere questo elemento, potrebbero quindi trovarsi in una posizione di vantaggio, producendo poco ma di altissimo livello, senza rischiare i danni che l’industria ufficiale subirà con un inevitabile taglio della produzione e un futuro dove avere un’auto non sarà scontato.
Il taglio delle emissioni potrebbe infatti passare anche dalla riduzione dei mezzi di trasporto privati.