Coronavirus: il settore auto è pronto a ripartire?

L’Organizzazione Internazionale dei Costruttori di Automobili (Oica) ha lanciato un allarme, illustrando i terribili danni che la pandemia di coronavirus sta portando al settore auto.

Si parla di milioni di posti di lavoro a rischio e di una produzione che potrebbe entrare in una crisi profonda.

Dopo un calo, già iniziato nel 2019 a causa della scarsa domanda, la pandemia mondiale ha creato una situazione di difficoltà anche per le aziende più solide.

”la peggior crisi che abbia mai avuto un impatto sull’industria automobilistica” spiega il presidente dell’Oica, Fu Binfeng, segretario generale delll’Associazione Cinese dei Produttori di Automobili (Caam).

Il primo impatto è arrivato con il blocco della produzione cinese, seguito dal blocco mondiale che vede Europa, USA e altri paesi completamente fermi, non solo a causa del virus, ma anche per mancanza di domanda.

”Le preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei propri dipendenti – ha spiegato Fu Binfeng – hanno portato molti produttori e fornitori in tutto il mondo a mettere in atto drastiche misure sanitarie, portando a una forte riduzione o addirittura alla completa chiusura di molti impianti e strutture, anche dove non lo è sistematicamente richiesto dalle rispettive autorità”.

In questo contesto, i produttori di auto si sono impegnati anche nella solidarietà e nel supporto dei paesi colpiti più duramente dal virus.

Una situazione difficile quella che sta vivendo l’automotive e che potrebbe avere ripercussioni per anni, portando ala chiusura di diversi stabilimenti.

La crisi, arriva in una fase molto delicata dell’industria, proprio quando le auto elettriche sembravano pronte a rilanciare il settore con una innovazione senza precedenti.

L’obiettivo, sembra quello di riattivare la produzione quando la situazione sarà più gestibile, un obiettivo che potrebbe però collidere con le norme necessarie per evitare la diffusione del virus e soprattutto con la domanda di una situazione economica davvero grave, descritta in paesi come gli USA come la più grave crisi dal 29.

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